L’invecchiamento è un processo naturale che colpisce tutti, senza distinzioni di sesso od altro. Questo però non significa che tutti vivono questo processo allo stesso modo, o inizia alla stessa età per ogni persona. Ognuno vive l’invecchiamento del sistema corporeo in modo personale, secondo le proprie abitudini, il tipo di alimentazione o la presenza di eventuali patologie. In merito a ciò, in uno studio pubblicato il 13 gennaio scorso su Nature Medicine, gli scienziati del dipartimento di genetica della Stanford University, affermano che, proprio come le persone hanno un genotipo individuale, anche i sistemi corporei hanno un “ageotipo”, una combinazione di cambiamenti molecolari, specifici di un sistema fisiologico. Questi cambiamenti possono essere misurati quando l’individuo è sano e relativamente giovane, riferiscono i ricercatori, aiutando i medici a individuare la strategia più efficacee per prolungare la vita in buona salute, arrivando a definire una sorta di “medicina personalizzata” per l’invecchiamento.
"Naturalmente tutto il corpo invecchia”, afferma il biologo Michael Snyder, che ha guidato lo studio, "Ma in un dato individuo, alcuni sistemi invecchiano più velocemente o più lentamente di altri. Una persona è un cardio-ager, un’altra è un ager metabolico, un’altra è un ager immunitario, come dimostrano i cambiamenti nel corso del tempo in quasi 100 molecole chiave che svolgono un ruolo in questi sistemi. Possiamo affermare che c’è una certa differenza nel modo in cui le persone sperimentano l’invecchiamento a livello molecolare”.
Se l’invecchiamento è veramente personale, la comprensione dell’età di un individuo potrebbe portare a interventi personalizzati e mirati. “Pensiamo che gli ageotipi possano mostrare ciò che nel proprio organismo si danneggia per primo, in modo da iniziare ad agire su questo per influenzare l’invecchiamento”, ha detto Snyder.
Per compiere lo studio i ricercatori hanno analizzato un campione composto da 43 persone sane, di età compresa tra i 34 e i 68 anni, eseguendo periodiche misurazioni della loro biologia molecolare, effettuate per cinque diverse volte in due anni. Nello specifico, comparando gli esami delle feci, del sangue e di altri campioni biologici dei partecipanti e analizzando la loro evoluzione nel tempo, gli esperti hanno dedotto l’esistenza di quattro vie biologiche tramite le quali si invecchia: metaboliche, immunitarie, epatiche e nefrotiche. Dallo studio è emerso, per esempio, che i soggetti con patologie metaboliche avrebbero una maggiore probabilità con gli anni di soffrire di diabete o di avere alti livelli di emoglobina A1c. Invece, le persone che invecchiano con ageotipo immune correrebbero un maggior rischio di sviluppare malattie immuno-correlate e di avere un’alta frequenza di marcatori di infiammazione nel sangue.
Ciononostante, come spiegato dagli esperti sulle pagine della rivista specializzata, le quattro diverse vie di invecchiamento non si annullano reciprocamente: ciò significa che un soggetto può diventare anziano attraverso più ageotipi.
“L’ageotipo è più di una etichetta: può aiutare ad individuare, partendo da zero, i fattori di rischio per la salute e trovare le aree in cui ci sono maggiori possibilità di incontrare i primi problemi, le prime crepe nell’organismo, ma, cosa più importante, il nostro studio mostra che è possibile cambiare il processo di invecchiamento volgendolo al meglio” conclude Snyder.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)