Nel 2022, in Italia, la cura degli anziani potrebbe iniziare a cambiare. Nel Paese gli over 65 sono quasi 14 milioni, pari al 23 % della popolazione. È il dato più alto di tutta l’Unione europea, ma si stima che crescerà ancora, arrivando a raggiungere il 34% nel 2050. Il termine anziano, però, riguarda persone molto diverse tra loro, per età, risorse e bisogni. Ci sono anziani attivi, fragili e non autosufficienti.
Per le prime due categorie non si hanno molti dati a disposizione, mentre la terza conta 2,6 milioni di persone circa che potrebbero beneficiare del futuro cambiamento. Per la non autosufficienza nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) sono previsti sia investimenti sia una riforma complessiva del settore. Quest’ultima è figlia anche del lavoro del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, un’alleanza di oltre quaranta enti della società civile di cui il professor Cristiano Gori è il coordinatore scientifico: «Il nostro obiettivo - dice - è riconoscere alla non autosufficienza la stessa dignità degli altri settori del welfare».
La riforma dovrebbe arrivare nel 2023 o nel 2024. Il Patto per la non autosufficienza ha chiesto al Governo di inserire nella Legge di Bilancio, che conta circa 30 miliardi, anche 302 milioni di euro per finanziare già nel 2022 il Servizio di Assistenza Domiciliare (Sad). Il Sad è la componente più sociale dell’assistenza e viene erogata dai Comuni a una quota molto limitata di anziani: l’1,3%. L’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), maggiormente diffusa, è invece la parte più sanitaria, è erogata dalle aziende sanitarie locali e ha già ottenuto un significativo aumento di fondi. In un documento il Patto per la non autosufficienza chiede che i finanziamenti per il Sad siano aumentati, che l’Adi venga riformata e che le due misure siano integrate, per superare la frammentazione dei servizi.
Per le organizzazioni del Patto per la non autosufficienza uno stanziamento adeguato per il 2022 faciliterebbe il varo di una riforma più efficace, capace di dare agli anziani non autosufficienti tutto ciò di cui hanno bisogno, per il tempo necessario: dai servizi medico-infermieristico-riabilitativi al sostegno nelle attività fondamentali quotidiane fino al supporto per familiari e badanti. L’obiettivo dovrebbero essere dei servizi che si adeguano al percorso dell’anziano e cercano di mantenere il più possibile la sua autonomia, rimandando così l’arrivo della non autosufficienza. È uno degli aspetti su cui sta lavorando Will, un progetto per innovare i sistemi di welfare locale al quale Secondo welfare partecipa insieme alle amministrazioni di diversi capoluoghi di provincia.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)