Il volontariato della popolazione matura ed anziana (> 55 anni) ha un ruolo critico, di valore e valorialità.
Potrebbe diventare un modo per fare start-up innovativa o impresa sociale coinvolgendo anziani e giovani. I demografi ipotizzano che, nel 2040, le persone con più di 60 anni costituiranno il 41% della popolazione nazionale e che 1 italiano su 10 sarà ultraottantenne.
Secondo l’OCSE, tra 15 anni l’Italia sarà al secondo posto della classifica dei Paesi con la più alta percentuale di anziani rispetto alla popolazione che lavora (tra i 15 e i 64 anni): per ogni lavoratore vi saranno 4 anziani. La popolazione matura ed anziana produce ed eroga ‘servizi’ a favore della società e del welfare ‘allargato’ di sistema.
I servizi informali, prodotti ed erogati dalla popolazione matura ed anziana si sostanziano, per difetto, in circa 150 milioni di ore d’aiuto. Si copre l’esigenza di circa l’80% delle ore richieste per l’assistenza dei bambini ed il 40% per l’assistenza agli adulti (ed in alcuni casi con doppio carico di servizio). Moltiplicando il monte totale delle ore di servizi informali prodotti ed erogati, per il valore orario retributivo del Ccnl del rapporto di lavoro domestico, si ottiene un ammontare di circa 915 milioni di euro (calcolo in difetto) al mese.
La proposta è di creare imprese sociali ‘ex lege’ (L.106/16,D.Lgs.112/17) composte da popolazione matura e anziana che ‘commercializzano’ servizi di assistenza e di sollievo a prezzi calmierati per la cittadinanza e per i segmenti specifici degli anziani. Creare una sorta di ‘reciprocal mentoring’ (imparare e condividere l'apprendimento con gli altri) integrando l’esperienza degli over55 e la capacità operativa dei giovani.
(Fonte: tratto dall'articolo)