Secondo l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) che il 9 giugno ha diffuso uno studio basato sull’indice di invecchiamento attivo (Active Ageing Index – AAI), la percentuale di decessi degli anziani rispetto ai casi di positività registrati, vede l’Italia tra i Paesi più colpiti in Europa, con un valore pari al 3,1% significativamente sopra la media dell’area (2,4%). L’indicatore generale, sviluppato dalla United nations economic commission for Europe (Unece) è costruito da 22 indicatori individuali, raggruppati in quattro domini: occupazione, partecipazione alla vita sociale, vita indipendente, in salute e sicurezza, ambienti abilitanti per l'invecchiamento attivo.
L'indice - ha spiegato il presidente Sebastiano Fadda - "consente di mettere a confronto l’effetto della pandemia sulla popolazione anziana dei diversi Paesi europei, focalizzando l’attenzione sulle dimensioni sociali che possono aver avuto un ruolo nel determinare l’impatto del Covid-19 sulla popolazione più matura". La pandemia, commenta Fadda, ha evidenziato come un numero sempre maggiore di persone anziane si trovi in condizione di vulnerabilità e fragilità.
All’aumento dell’aspettativa di vita nel nostro Paese non è corrisposto un ugual miglioramento delle condizioni economiche e sociali delle persone anziane, che vengono assistite principalmente quando non autosufficienti (attraverso l’indennità di accompagnamento, l’assistenza domiciliare e il ricovero nelle Rsa), mentre il problema è quello di mantenerle a lungo in salute, sia fisica che psichica. È dunque auspicabile la nascita di un sistema organico di politiche di sostegno all’invecchiamento attivo.
Prevenzione sul piano sanitario, diete salutari, esercizio fisico, mantenimento di attività cognitive, fruizione attiva del tempo libero, relazioni sociali ed affettive, transizioni graduali verso l’abbandono degli impegni lavorativi costituiscono assi su cui sviluppare concrete politiche di sostegno. Questa, conclude, dovrebbe essere la strada da perseguire perché l’anziano continui ad essere artefice del proprio benessere e non solo oggetto di assistenza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)