Finché il Fondo nazionale per la non autosufficienza non sarà implementato con la determinazione della copertura destinata a finanziare le funzioni assistenziali dei Comuni, in Veneto la compartecipazione pubblica per chi è ricoverato in casa di riposo e non ha risorse sufficienti a pagare la retta, non sarà sostanzialmente erogata, in quanto ridotta ai trattamenti essenziali e previdenziali o alle indennità già percepiti.
In pratica, i non autosufficienti ricoverati in casa di riposo pagheranno la quota sociale della loro retta utilizzando i loro trattamenti assistenziali e previdenziali o le indennità percepite. L’iniziativa è anche un richiamo a livello nazionale, perché evidenzia che senza copertura finanziaria statale, Regione, Ulss e Comuni non sono in grado di far fronte alla spesarelativa alla compartecipazione alla quota sociale.
Del resto il sistema sanitario regionale sostiene già la quota sanitaria della retta, e il quadro normativo prevede che la quota sociale della retta sia a carico del cittadino e se questo non dispone dei mezzi sufficienti, del Comune di residenza al momento del ricovero. Per questo numerosi Comuni si sono dotati di regolamenti che hanno ribadito l'accesso al ricovero sulla base dell'Isee e stabilito di modulare il contributo da erogare in rapporto ai trattamenti previdenziali e indennitari già percepiti dall'interessato.
È naturale che una persona non autosufficiente, ospitata e assistita permanentemente in una struttura residenziale, impieghi la pensione di invalidità o l'indennità di accompagnamento a beneficio della sua condizione, esattamente come farebbe se non fosse ricoverata. Se poi l'assistenza necessaria, per cui le indennità sono finalizzate, è garantita dalla struttura ospitante, va da sé che queste ne sostengano il lavoro.
Questa interpretazione è in realtà contraddetta da una legge quadro nazionale del 2016, che esclude i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari erogati da amministrazioni pubbliche in ragione della disabilità, ai fini del calcolo Isee. Ma, ribadiscono i Comuni e le aziende sanitarie, senza copertura finanziaria statale non sarebbe possibile far fronte alla spesa conseguente.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)