Secondo le parole del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, bisogna insistere sulla revisione completa della rete di assistenza per gli anziani, perché il loro sacrificio in questo anno di pandemia non sia stato inutile. L’esortazione è verso un nuovo modo di vivere, che preveda un nuovo modo di difendere la fragilità. Per questo, afferma l'arcivescovo di Bologna, "la Chiesa non vuole lasciare solo nessuno e dobbiamo aiutarci tutti per liberarci dalla tortura della solitudine. E' dovere dei cristiani che nessuno sia solo, è la consolazione che dobbiamo gli uni agli altri ".
La condizione dell'anziano, per Zuppi, a volte è accompagnata dalla malinconia, ma il cardinale invita gli anziani a guardare comunque con fiducia e speranza il futuro, a non farsi intimidire dal mondo e a costruiamo la vera amicizia, perché dopo oltre un anno di pandemia "abbiamo imparato tanto e capiamo ancora di più ciò che vale".
Agli anziani, l'arcivescovo di Bologna ricorda ancora che tutti siamo un peso per gli altri. Ma chi ci ama è lieto di sopportare questo peso. Ognuno persona è un grande valore che nessuno può togliere, anche quando non si riesce ad intravedere. Perché, conclude, “Lo siamo per quello che siamo, non per quello che siamo stati o per quello che facciamo”. E aggiunge infine: "Noi anziani abbiamo tanto bisogno di consolazione e non di commiserazione. Gli uomini qualche volta ci danno un po' di commiserazione, ma quello non ci aiuta. Anzi, ci umilia".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)