Il Network Non Autosufficienza ha elaborato una proposta per sfruttare l’opportunità offerta dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per "avviare il necessario percorso di riforma ivolto agli anziani e alle loro famiglie". Il network è formato da una costellazione di soggetti sociali - Associazione Italiana Malattia di Alzheimer - Aima, Alzheimer Uniti Italia Onlus, Caritas Italiana, Cittadinanzattiva, Confederazione Parkinson Italia, Federazione Alzheimer Italia, Forum Disuguaglianze Diversità, Forum Terzo Settore e La Bottega del Possibile - che hanno unito le forze per sostenere la richiesta di riforma nazionale, "consapevoli della gravità della situazione". "I dati che riguardano le persone decedute con il Covid indicano che i più toccati sono gli anziani non autosufficienti. - si legge - Inoltre, le grandi difficoltà incontrate dal sistema pubblico di assistenza nell’affrontare la pandemia non rappresentano un evento anomalo, bensì una manifestazione estrema delle criticità di fondo che - da tempo - lo affliggono".
Nell'idea delle associazioni il piano offre l’occasione di "affrontare alcuni cruciali problemi di fondo", come la frammentazione degli interventi pubblici, che la proposta vuole superare unendo i passaggi da svolgere per accedere alle misure e ricomponendo così l’attuale caotica molteplicità di enti, sedi e percorsi differenti. L’attenzione maggiore è dedicata a un’ampia riforma dei servizi domicilari, affinché siano meglio in grado di sostenere le molteplici problematicità legate alla non autosufficienza e di diventare un effettivo punto di riferimento per le famiglie. Si prevede anche un investimento straordinario per migliorare le strutture residenziali che necessitano di essere ammodernate e riqualificate, bisogno confermato dalle vicende della pandemia. Ecco, quindi, i principali obiettivi della proposta: rendere più semplice l’interazione con il welfare pubblico, avere finalmente un sistema di assistenza domiciliare all’altezza delle esigenze di anziani e famiglie, e riqualificare la residenzialità. La proposta prevede circa 7,5 miliardi per la non autosufficienza, 5 dei quali dedicati ai servizi domiciliari nel periodo 2022-2026. "È la cifra giusta per un avviare una riforma ambiziosa, ma – se non fosse disponibile - si può anche partire con meno. - sottolineano i sostenitori - Il vero pericolo, infatti, non è che i fondi siano inferiori a quelli sperati, ma che il Piano per l’Italia di domani resti privo di un progetto riformatore per un settore tanto fragile".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)