Crescono le situazioni di disagio e tendono a investire tutte le fasce d’età, dai minori agli anziani passando per l’età media. L’Azienda feltrina servizi alla persona sempre più si ritrova a far fronte alle criticità sia finanziariamente che logistica, con investimenti sul personale. Ci sono anziani soli, che non sono in grado di gestire la quotidianità e che sono segnalati al servizio quando ormai la situazione è degenerata: incuria della casa, scarsa igiene della persona, abuso di alcol, trascuratezza, debiti.
In questo ambito il settore servizi sociali si fa carico anche dell’integrazione delle rette, in casa di riposo, per anziani che non sono in grado di sostenere la quota di compartecipazione economica. Ci sono anche situazioni di disagio conclamato che riguardano in particolare persone che abusano di alcool e di sostanze e di persone psichiatriche, si evidenzia sempre dall’Azienda che ha trasmesso un dettagliato dossier sulla situazione in atto ai consiglieri comunali. Persone che sono seguite solo se hanno una cartella aperta e aderiscono a un programma. Anche in questo caso il servizio di base si trova ad assumere ruoli e competenze non proprie, per riuscire a gestire situazioni molto complesse. Il non seguire un programma di recupero al Serd o la terapia al Centro di salute mentale, rende impossibile la collocazione in appartamenti di emergenza, a sfratto avvenuto. Si ritiene che sia utile insistere con l’Usl affinché i servizi cosiddetti territoriali comincino a operare anche a livello domiciliare, anche perché c’è una fascia ulteriore, quella della marginalità con persone che richiedono un’assistenza a 360 gradi.
«In queste situazioni non è possibile costruire un percorso assistenziale che mira all’autonomia e allo sviluppo di abilità sociali. Per questa tipologia in cui non vi è la possibilità di recupero anche minimale di un’autonomia di vita, il lavoro dell’assistente sociale è quello di individuare piccole forme di sostentamento come il riconoscimento di invalidità, la domanda di reddito di cittadinanza, il coinvolgimento dei parenti tenuti agli alimenti e la rete delle associazioni di volontariato».
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)