Stando al dossier del Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, in generale, i reati che hanno come vittime gli over 65 sono in diminuzione costante (327.246 nel 2018, -2,7% rispetto al 2017 e -5,1% sul 2016). Tuttavia, i dati sulle truffe a danno di questo gruppo sociale sono in controtendenza e ciò preoccupa non poco i responsabili delle forze dell’ordine. Questo il dato fornito: ogni giorno si verificano in Italia 54 truffe a danno di anziani. In pratica, ogni ora, due over 65 rimangono vittime di raggiri. Queste sono solo quelle denunciate alle forze dell’ordine, perché sono moltissimi coloro che, per vergogna e paura, evitano di denunciare. Il fenomeno è tornato a crescere da Nord a Sud, con quasi 20.000 casi nel 2018, rispetto ai poco più di 19.000 dell’anno precedente. Per il 2019 si attende il dato definitivo ma ci si aspetta un incremento ulteriore. Le regioni più a rischio di truffe a danno di anziani, sempre in base ai dati forniti dalla Polizia, sono Campania , Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna e Liguria.
La prima strategia riguarda l'inclusione nella vita sociale di una fascia numerosissima e in crescita di popolazione. Gli interventi consistono non solo nei soccorsi in caso di difficoltà ma, talvolta, arrivano a coinvolgere il profilo umano di questi soggetti fragili, vittime in primo luogo della solitudine. E’ stato questo il caso di Iole e Michele, coppia di anziani coniugi della periferia della Capitale, e dopo essere stati soccorsi dagli agenti della polizia, sono stati affiancati anche da un punto di vista umano con l’aiuto concreto nella preparazione dei pasti. Per alzare il livello di guardia, la Polizia di Stato ha lanciato, con Anap Confartigianato, la Campagna nazionale contro le truffe agli anziani. Prefetture, Comuni e psicologi sono stati coinvolti nella diffusione di materiale informativo e nella analisi dei rischi per la sicurezza degli over 65. Sul sito della Polizia di Stato si possono trovare i video tutorial che inscenano alcune delle truffe più ricorrenti.
La novità avviata quest’anno è la costituzione di una task force di specialisti del Servizio di analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale. Cacciatori di latitanti e serial killer sono stati messi al servizio delle fasce deboli di popolazione (anziani, disabili e giovani) per creare uno schermo protettivo che non si ferma al classico «non aprite la porta agli sconosciuti», ma che detta alle possibili vittime (e a chi ci è già passato) i tempi del nemico, per anticipare le sue mosse.