A causa di due manovre varate dal Governo a breve potrebbe esserci una sorta di staffetta tra lavoratori giovani e “anziani”. Infatti per i primi nella prossima legge di bilancio è prevista una decontribuizione permanente per chi assume under 35, mentre per i secondi ci sarà l’uscita in anticipo per le categorie più svantaggiate di lavoratori (Ape sociale e precoci). Questo per correggere alcune distorsioni presenti nella politica del lavoro e in quella pensionistica. Potranno infatti uscire prima dal mondo del lavoro alcune categorie disagiate, con costi a carico dello Stato e ci sarà la possibilità dell’anticipo pensionistico volontario per tutti gli altri lavoratori, dove però a pagare saranno gli stessi lavoratori, grazie a un prestito bancario. Tra i lavoratori svantaggiati rientrano i licenziati che hanno esaurito da almeno 3 mesi gli ammortizzatori sociali, persone che assistono coniugi, genitori o figli con handicap gravi e invalidi civili almeno al 74%. Rientrano anche dipendenti che da almeno 6 anni svolgono lavori particolarmente pesanti o rischiosi. Per tutte queste categorie sarà possibile andare in pensione se avranno almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi (36 per i dipendenti con lavori faticosi), e se mancheranno loro tre anni e sette mesi alla pensione di vecchiaia. Dovranno invece avere 41 anni di contributi, di cui uno prima dei 19 anni, i lavoratori precoci che rientrano nelle categorie svantaggiate. La domanda va inviata entro il 15 luglio, e la risposta arriverà entro il 15 ottobre.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)