Il periodo della quarantena potrebbe provocare una riprogettazione dei futuri spazi. Questi i risultati dello studio appena condotto dall'istituto Ipsos per conto dell'associazione Qualitel su come abbia influito lo spazio abitativo nella qualità di vita delle persone durante questo periodo di chiusura. Il sondaggio è stato svolto su 2.600 persone e si è tenuto dal 23 aprile al 4 maggio e verteva sulle condizioni di vita che stavano vivendo nelle loro case. I risultati mostrano una Francia divisa in due, mondo rurale e città.
Nel primo caso la situazione è stata nettamente migliore. Infatti chi abita nelle campagne ha giudicato più favorevolmente la qualità delle abitazioni: il 65% di loro ritiene che la propria casa sia perfettamente adatta per affrontare questi momenti, mentre nelle città è di questa opinione solo il 47%, percentuale che a Parigi scende al 35%. Il ritratto del confinato più felice mostra il ritratto di un ultrasessantenne che vive in coppia in una casa di proprietà in campagna. L'appartamento è stato visto favorevolmente solo dal 28% dei francesi, mentre il 38% ha espresso il desiderio di trasferirsi dopo questa esperienza. Alla fine, il 20% degli intervistati, quindi quasi 8 milioni di famiglie, ha dichiarato di non sopportare la propria abitazione durante queste settimane eccezionali.
Le tre lamentele principali sono per la mancanza di spazio esterno, come un patio o balcone (52%), la sistemazione angusta (49%) e la mancanza di una stanza per isolarsi (33%). Per Antoine Desbarrières, direttore di Qualitel, questo studio sull'edilizia abitativa offre spunti di riflessione per ripensare la moderna edilizia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)