La ricerca svolta dall’Università di Oxford, pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Physiotherapy, ha evidenziato che gli uomini più anziani che hanno subito un intervento all’anca e al ginocchio, non hanno ricevuto una corretta assistenza nel trattamento fisioterapico successivo all’operazione, a causa della loro età. E l'anno scorso, sempre in Inghilterra, un rapporto della Royal Society per il Servizio Sanitario Pubblico, ha scoperto manifesti atteggiamenti di ageismo, sia tra servizi pubblici che tra i privati. Questo è perché molti medici specialisti non hanno non hanno una formazione in geriatria.
Uno studio americano ha scoperto che circa un terzo dei pazienti (27%) di età superiore a 70 anni veniva fatto oggetto di differenti piani di cura, a seconda che fosse stato visitato solo dall’equipe oncologica o piuttosto da esperti in geriatria, quando è noto come, ad esempio, una chemioterapia aggressiva abbia un effetto nocivo sui pazienti anziani.
L'esclusione è un problema comune per gli anziani, quando si tratta di cure mediche. La ricerca di un programma televisivo andato in onda sulla BBC ha scoperto che alle persone oltre i 65 anni che soffrono di disturbi alimentari viene impedito l'accesso ad alcuni ambulatori specialistici, nonostante il servizio sanitario inglese assicuri che siano aperti a tutte le età. La mancanza di terapie adeguate è importante perché la depressione e l'ansia sono sempre più prevalente nei gruppi di età più avanzata. Secondo Alistair Burns, a capo del dipartimento per la demenza, in Inghilterra, in queste condizioni di salute mentale si trovano quasi otto milioni di persone oltre i 55 anni, che spesso passano inosservate senza ricevere alcun trattamento.
Forse uno dei momenti in cui più sorprendenti sono le disuguaglianze generazionali arriva alla fine della vita. Uno studio del 2015 dell’Università di Edimburgo, svolto per la fondazione Marie Curie, ha rilevato che gli anziani in quei momenti erano soggetti a maggiori sofferenze in quanto avevano un minor accesso alle cure palliative rispetto ai più giovani. Secondo James O'loan, farmacista volontario di assistenza telefonica h24, “vediamo un sempre minor numero di pazienti anziani che ricevono cure palliative rispetto a pazienti più giovani e ai malati terminali. Questo può accadere perché la vecchia generazione preferisce, se possibile, morire in casa, o può accadere per una mancanza di accesso alle cure palliative per gli anziani.”
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)