L’infermiere di famiglia è una figura già prevista in alcune Regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana e da poco il Lazio) mentre altre (Friuli, Emilia, Puglia e Valle d’Aosta) hanno attivato delle sperimentazioni. Ora è presente anche nella nuova bozza del Patto della salute, che vuole puntare all’implementazione sul territorio di esperienze assistenziali efficaci. Inoltre sono state presentate in parlamento due DDL che ne spiegano la filosofia: «Questo infermiere si occuperà dei bisogni complessive delle famiglie da chi è sano e deve salvaguardare la propria salute attraverso un’azione di educazione fino alle necessità assistenziali complesse dei pazienti cronici» e richiede al ministero della Salute di fissare un tariffario per le prestazioni. La Fnopi - la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche - ha già calcolato che per far fronte nell'immediato al bisogno di salute sul territorio delle persone con patologie croniche e non autosufficienza servono per l'assistenza continua almeno 31mila infermieri. Uno dei problemi da affrontare riguarda la forma contrattuale per questi infermieri, potrebbe essere utilizzata quella da libero professionale o convenzionata con il Ssn come i medici di famiglia. Si vuole comunque creare una micro-equipe sul territorio formata da medico e infermieri per garantire cure e assistenza a 360 gradi e lavorare sulla prevenzione dei bisogni della poplazione.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)