La Casa della Comunità - il nuovo strumento del SSN che dovrà svilupparsi con i finanziamenti del PNRR - è il luogo fisico al quale i cittadini possono accedere per i bisogni di assistenza sanitaria e sociosanitaria, un modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento, che fornisce in sostanza, un approccio integrato e multidisciplinare attraverso la modalità operativa di un team multiprofessionale e territoriale.
Tra le funzioni: la prevenzione e la promozione della salute; la presa in carico della cronicità e della fragilità; la valutazione del bisogno della persona e l’accompagnamento alla risposta più adeguata; l’attivazione di percorsi di cura multidisciplinari, che prevedono l’integrazione tra servizi sanitari, ospedalieri e territoriali e tra servizi sanitari e sociali. Tuttavia, il capitolo dell’integrazione sociosanitaria rimane un aspetto debole da sviluppare.
Sotto il profilo gestionale la CdC deve garantire una risposta alla domanda di salute anche attraverso l’integrazione tra servizi sanitari e sociali, nonché la partecipazione della comunità locale, delle associazioni di cittadini, di pazienti e di caregiver. Ma non basta affermare che l’integrazione con i servizi sociali è obbligatoria se poi l’argomento è dimenticato nelle altre parti del decreto 77/2022 sugli standard dell’assistenza territoriale.
Il successo delle CdC dipenderà comunque dall’interpretazione che ne daranno le Regioni, dai tempi di recepimento delle normative internazionali sugli standard dell’assistenza territoriale, dai temi di attuazione e dal rilievo che si darà al riordino di tutta l’assistenza territoriale. All’interno di questa cornice normativa, infatti, sono stati lasciati spazi decisionali molto ampi alle Regioni, che si muovono e organizzano, come noto, in tempi e modelli differenti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)