Vietato rassegnarsi e smettere di muoversi, quando da anziani ci si trova prima o poi a fare i conti con l’artrosi. Anzi, un’attività fisica su misura, l’attività fisica adattata (Afa), può offrire notevoli benefici, contribuendo ad attenuare il dolore e a mantenere la propria autonomia. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Therapeutics, coordinato da ricercatori dell’Asst Gaetano Pini-Cto di Milano.
La ricerca nasce da un progetto di integrazione tra riabilitazione ospedaliera e continuità territoriale, pensato per non abbandonare i pazienti una volta terminato il programma riabilitativo e consentirgli di continuare a muoversi nei limiti delle loro possibilità sotto la guida di operatori specializzati. Da alcuni anni, infatti, il Polo riabilitativo Fanny Finzi Ottolenghi dell’Asst Gaetano Pini-Cto collabora con l’Unione italiana sport per tutti (Uisp), con le parrocchie e con le associazioni di quartiere per organizzare e attivare gruppi Afa, ovvero di attività fisiche specifiche «adattate» alle diminuite capacità funzionali dei partecipanti.
Oltre a migliorare le funzioni fisiche e prevenire peggioramenti, l’attività fisica adattata diminuisce anche il dolore e il rischio che diventi cronico. «Partecipare ai gruppi Afa ha inoltre un’altra importante ricaduta positiva: evita che la persona con difficoltà motorie o di altro genere si isoli e si deprima. Gli incontri per l’attività fisica diventano spesso occasioni per socializzare, con benefici per l’umore»
(Fonte: tratto dall'articolo)