L’assegno di assistenza da 850 euro al mese riconosciuto dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 agli over 80, con bisogni assistenziali gravissimi e con Isee sotto 6mila euro, basterà a pagare le prestazioni di una badante assunta regolarmente per meno di 20 ore alla settimana. Almeno stando alle risorse attualmente disponibili: 250 milioni di euro nel 2025 e 250 milioni nel 2026.
La nuova prestazione universale, destinata a sostenere economicamente le famiglie che hanno necessità di un’assistente per le persone anziane non autosufficienti, è esente da imposte ed è costituita da: una quota fissa monetaria che corrisponde all’indennità di accompagnamento per gli invalidi (bisogna che l’anziano ne sia già titolare), che per il 2024 vale 531,76 euro al mese; una quota integrativa definita «assegno di assistenza», di 850 euro mensili, che devono essere spesi per i servizi di una badante assunta regolarmente dalla famiglia o acquisiti da un’impresa qualificata nel settore dell’assistenza.
Quest’ultimo importo sarà erogato per due anni di sperimentazione, 2025 e 2026 (la stessa legge delega prevedeva l’introduzione della nuova misura «in via sperimentale e progressiva»), e se l’assegno non sarà speso per la stipula di rapporti di lavoro con assistenti familiari o per l’acquisto di servizi di assistenza, sarà revocato dall’Inps. I criteri di accesso all’assegno di assistenza sono stringenti: l’anziano deve avere almeno 80 anni, un bisogno assistenziale gravissimo, percepire già l’indennità di accompagnamento (oggi i beneficiari sono 1,4 milioni), e avere un Isee di 6mila euro.
Se si considera che la soglia Isee per accedere al vecchio reddito di cittadinanza era di 9.360 euro e quella per la carta acquisti agli over 65 supera gli 8mila euro, si capisce che la nuova misura è rivolta ad anziani in condizione di povertà. Considerando i costi attuali per i servizi di una badante, si vede come la nuova somma di 850 euro al mese, per quanto innovativa rispetto alle misure applicate oggi (cioè la sola indennità di accompagnamento e alcuni limitati sgravi contributivi e fiscali), basterà per coprire meno di 20 ore settimanali di assistenza (calcoli forniti al Sole 24 Ore del Lunedì da Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)