Il "Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza" nasce dall’impegno condiviso di ben 43 associazioni del mondo sociale, sindacale e sanitario: dalla Caritas Italiana a Confcooperative; dalle Acli a chi assiste i malati di Alzheimer, Sclerosi multipla, Parkinson; dagli assistenti sociali ai geriatri. Una mobilitazione larga perché si avvii già dal prossimo gennaio il Piano Nazionale di Domiciliarità Integrata per gli anziani non autosufficienti. L’obiettivo è non sprecare la grande occasione della riforma dell’assistenza, già prevista nel Pnrr, ma che si realizzerà non prima del 2023-2024.
Il Piano di Domiciliarità Integrata prevede così - oltre a una cabina di regia nazionale tra i ministeri del Welfare e della Salute e ad accordi a livello locale tra Asl e Comuni - di cambiare il modello d’intervento dell’Adi (l’Assistenza Domiciliare Integrata, a carico delle Asl), stanziare maggiori risorse per il Sad (l’attuale Servizio di Assistenza Domiciliare, operato dai Comuni) e soprattutto realizzare risposte che siano integrate, superando così l’attuale frammentazione e insufficienza degli interventi a favore di chi non è nelle condizioni di condurre una vita autonoma. Oggi, infatti, gli anziani non autosufficienti non ricevono un’adeguata assistenza sia in termini di intensità di interventi sia quanto a durata.
L’obiettivo è invece quello di poter offrire ai non autosufficienti il giusto mix di prestazioni che la loro condizione richiede, in termini di servizi medico-infermieristici, sostegno nelle attività fondamentali della vita quotidiana, ma anche affiancamento e supporto a familiari e badanti per un tempo adeguato. Oggi l’Adi è il servizio più diffuso, che raggiunge il 6,2% degli anziani per una spesa di 1,3 miliardi di euro l’anno. Di qui al 2026 si prevede un costante e netto incremento dei fondi, ma sarà fondamentale soprattutto aumentare e rendere più duraturi gli interventi, che oggi sono in media di 18 ore in totale su un periodo di 2-3 mesi. Mentre per il Sad, che con 347 milioni attualmente copre solo l’1,3% degli anziani, il Piano di Domiciliarità presentato dal Patto per un nuovo welfare prevede un raddoppio delle risorse già nel 2022 e poi un loro costante aumento. L’obiettivo è riconoscere il Servizio di Assistenza Domiciliare come livello essenziale delle prestazioni per strutturarne la presenza nei territori in modo stabile.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)