In che fase siamo, adesso, nell’assistenza per gli anziani? “Questa è l’età dell’immobilismo”, risponde senza esitare Cristiano Gori, coordinatore del Network Non Autosufficienza, intervenendo alla plenaria della seconda giornata del Forum della Non autosufficienza e dell’autonomia possibile, tenutosi a Bologna dal 27 al 28 novembre scorso. “In Italia c’è un’elevatissima eterogeneità territoriale, ma alcune tendenze si ripetono. Quante volte, chiedendo a chi lavora in questo campo l’andamento delle attività, mi sono sentito rispondere: ‘è tutto fermo’”. I primi anni Duemila sono stati gli anni dello sviluppo, con politiche che avanzavano spedite e aspettative positive. Poi c’è stata la crisi e la tendenza si è invertita: l’offerta di servizi e interventi è entrata in una fase calante, le aspettative hanno cambiato segno. Gori passa in rassegna i tre nodi principali. In primis, la diffusione delle demenze, fenomeno di cui si parla ormai da oltre 10 anni: “Il welfare è ancora troppo orientato verso le limitazioni funzionali e non verso i deficit cognitivi”. Poi c’è la questione economica, che va a indagare il legame tra non autosufficienza e impoverimento: “Vengono tutelati gli anziani non autosufficienti in povertà, non di quelli a rischio di diventarlo. In pratica, non si fa prevenzione”. Infine ci sono le reti informali, e l’aumento degli anziani senza familiari in grado di assisterli: “Il modello italiano di welfare, modello decisamente ‘familista’, presuppone la presenza di familiari in grado di assistere gli anziani. Ma sono sempre più le persone che sono accolte in struttura perché non hanno nessuno, anziani senza figli o con un coniuge fragile. Tutto il nostro sistema di welfare è costruito su un assunto: che ci sia almeno una persona che si prenda cura dell’anziano. Ma le cose stanno cambiando”. Il punto cruciale, denuncia Gori, è la confusione che si fa tra non autosufficienza e sanità: “È difficile imporre il paradigma della cura – care – rispetto a quello sanitario – cure. E invece è proprio quella la strada. L’unico segmento che si muove in questi anni è quello dei servizi post ospedalieri. Per essere seguito, l’anziano deve essere almeno un po’ malato”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)