A Napoli, nell’ultimo congresso di geriatria si è parlato dei recenti studi che identificano, nella perdita della capacità dell’odorato, un segno premonitore di Alzheimer e demenze senili. Raffaele Antonelli Incalzi, ordinario del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma e presidente della società italiana di Geriatria e Gerontologia, segnala la mancanza di attenzione verso la perdita dell’olfatto, rispetto all’attenzione rivolta a vista e udito. I fumatori, oltretutto, iniziano a perdere la possibilità di sentire bene gli odori circa vent’anni prima, cosa che favorisce un declino cognitivo precoce. E’ stato anche dimostrato che a un calo dell’odorato corrisponde una ridotta sintesi di serotonina, che porta ad una maggior propensione verso la depressione. Incalzi sottolinea inoltre che è un attendibile predittore indipendente di mortalità, come ha dimostrato uno studio americano, che segnalava come la perdita dell’olfatto si verificasse nel momento in cui le cellule non si rigenerano, rendendo l’organismo più vulnerabile.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)