L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandava prima del 2020 ad adulti e over 65enni di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività fisica moderata, o 75 minuti di attività intensa, o combinazioni equivalenti delle due modalità, in sessioni di almeno 10 minuti per ottenere benefici cardio-respiratori. Oggi le più recenti raccomandazioni non considerano il limite minimo dei 10 minuti consecutivi e il movimento fisico è considerato utile per la salute anche se praticato per brevi sessioni, con l’obiettivo di contrastare la completa sedentarietà.
Per benefici aggiuntivi di salute, le raccomandazioni OMS indicano anche ulteriori azioni, come esercizi specifici per il rafforzamento muscolare e per l’equilibrio.In PASSI d’Argento l’attività fisica praticata dagli ultra 65enni, viene valutata attraverso il “Physical Activity Scale for Elderly” (PASE), uno strumento validato a livello internazionale e specifico per la popolazione anziana, che considera tutti i tipi di attività comunemente svolte da persone di questa età, dalle attività di svago e sportive (strutturate e non) alle attività casalinghe (dai lavori domestici, giardinaggio, cura dell’orto, fino al prendersi cura di altre persone), fino a eventuali attività lavorative non sedentarie.
Per ogni intervistato il PASE restituisce un punteggio numerico che tiene conto del tipo di attività svolta nei 7 giorni precedenti l’intervista, della sua intensità e del tempo dedicatovi. A valori elevati di PASE corrispondono elevati livelli di attività fisica. In PASSI d’Argento viene individuato convenzionalmente il 40simo percentile dei punteggi PASE, pari al valore 76 (stimato su tutto il campione 2016-2019 eleggibile al PASE), quale “valore soglia” sotto cui considerare i livelli di attività fisica insufficienti o comunque migliorabili. Questo valore soglia è stato finora considerato per distinguere i sedentari dagli altri, considerando sedentari gli ultra 65enni che non raggiungono tale punteggio.
Il PASE è dunque uno strumento molto specifico che da una parte permette di “quantificare” l’attività fisica svolta dall’anziano e valutare i cambiamenti nel tempo, seppur lievi e specifici per tipo di attività, ma dall’altra può risultare complesso e la determinazione di ultra 65enni in persone fisicamente “attive”, “parzialmente attive” e “sedentarie” richiederebbe scelte di valori soglia, che possono risultare arbitrarie e rendono il Pase uno strumento di non semplice comparazione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)