Ormai da tempo movimento e una alimentazione equilibrata vengono comunemente associate a una forma di tutela della salute. Ma la novità degli ultimi tempi sta nell’avere documentato e iniziato a individuare i meccanismi biochimici attraverso i quali l’attività motoria esercita i suoi effetti favorevoli sulla salute umana. Un lavoro biennale svolto dal gruppo di ricerca guidato da Massimo Valsecchi, direttore del Dipartimento di prevenzione della AULSS 20 di Verona, offre la valutazione della praticabilità ed i risultati di specifiche iniziative di attività motoria per anziani diabetici non insulino dipendenti. L’esperienza ha dato buoni risultati sul fronte del miglioramento dei parametri clinici, bio-umorali e di abilità motorie dei partecipanti. Per questo, secondo gli autori del lavoro, questa forma di prevenzione secondaria, utilizzata molto raramente nel nostro Paese, dovrebbe essere incentivata tramite l’organizzazione di offerte attive di corsi promossi dai Dipartimenti di prevenzione e dalle amministrazioni locali con il supporto dei centri clinici che si occupano di questi pazienti e delle loro associazioni. Accanto ai risultati del progetto condotto a Verona, sono a disposizione anche una serie di dispositive messe a punto sempre alla AULSS 20 di Verona che presentano i dati sull’attività motoria moderata come forma di prevenzione della salute.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)