L’attività fisica regolare riduce la mortalità per tutte le cause e quella correlata a patologie cardiovascolari del 20-30%. Essere attivi è associato a un guadagno globale, come aspettativa di vita, di 3,4-4,5 anni. L’esercizio fisico costante ha un effetto protettivo diretto sullo sviluppo delle lesioni aterosclerotiche e indiretto su altri fattori di rischio cardiovascolare, mentre la sedentarietà agisce con una tendenza opposta. La presenza di sovrappeso/obesità predispone alla compromissione funzionale della mobilità. La partecipazione a programmi di attività fisica è utile per mantenerne la funzionalità e rallentare il fisiologico declino dipendente dall’età dell’apparato muscolo-scheletrico. Un livello medio-alto di attività fisica è inoltre utile per prevenire l’osteoporosi, soprattutto negli anziani e nelle donne in menopausa. Per ottenere vantaggi per la salute nell’adulto (18-64 anni) l’attività fisica dovrebbe essere praticata nell’arco della settimana per almeno 150 minuti con intensità moderata (in media 30 minuti per 5 giorni la settimana) ovvero per almeno 75 minuti complessivamente con intensità più elevata (in media 15 minuti per 5 giorni la settimana). L’attività fisica a intensità leggera ha solo una modesta efficacia preventiva e non è consigliabile se non nelle fasi iniziali di “allenamento” nei soggetti sedentari, obesi o molto anziani nell’ottica di un incremento molto graduale dei tempi e dell’intensità. Secondo i dati raccolti da Passi 2014-2017 (su oltre 135 mila interviste), il 31,7% degli adulti residenti in Italia può essere classificato come fisicamente attivo, il 34,7% parzialmente attivo e il restante 33,6% sedentario. La sedentarietà cresce con l'età (è pari al 37,9% fra i 50-69enni), è maggiore fra le donne rispetto agli uomini (35,4% vs 31,7%), fra le persone con uno status socio-economico più svantaggiato per difficoltà economiche (44,9% vs 26,7% di chi dichiara di non averne) o per basso livello di istruzione (48,2% fra le persone con licenza elementare vs 25,4% nei laureati). Nelle Regioni centro meridionali la prevalenza di sedentari è significativamente più elevata rispetto a quanto si osserva nelle Regioni settentrionali, con valori che vanno dal 65,8% della Basilicata all’11,6% della Provincia Autonoma di Bolzano. La quota di sedentari però è in aumento in tutto il Paese, e in particolare nel Sud Italia.
(Fonte: tratto dall'articolo)