C’è una differenza di 3 anni di aspettativa di vita tra un uomo meno istruito e con poca disponibilità economica ed uno ricco e colto. Crescono in Italia le diseguaglianze sociali, che si acuiscono scendendo al Sud, dove il cattivo funzionamento dei servizi sanitari e la scarsa prevenzione fa perdere un altro anno nella speranza di vita.
Questa l’analisi presentata dall’Istituto nazionale per la salute dei migranti e il contrasto della povertà, dimostrata con numeri dettagliati per ogni provincia del Paese. Le differenze si avvertono soprattutto nelle grandi città, dove le diseguaglianze sono più marcate, ma le dimensioni del fenomeno sono vaste in tutta Europa, dove 700 mila decessi e 33 milioni di malattie dipendono dalle discriminazioni sociali.
In Italia, con l’aumento delle diseguaglianze socio-economiche, crescono anche quelle rispetto alla salute col risultato che a sud ai danni sociali si sommano quelli di servizi inefficienti e di screening che ad esempio, in oncologia, non riescono a coprire il 30% della popolazione, contro la quasi totale copertura del Nord. Secondo il ministro della Salute Giulia Grillo, invece: «Quello delle diseguaglianze non è un problema Nord-Sud ma è una questione di equità sociale. È inutile parlare di stili di vita corretti se poi non si hanno i soldi per fare un’alimentazione sana».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)