Il caregiver è centrale nella gestione del malato di Alzheimer. Tuttavia, spesso si dimentica che spesso ci sono una o due persone, in famiglia, che si mettono al servizio di chi non può badare a se stesso. Una inchiesta del servizio di neurofisiologia clinica dell'Università di Genova rivela che il 75,8 % dei caregiver è donna e la percentuale cresce in proporzione all'aggravamento del malato. Dall'inchiesta emergono rapporti spesso complessi con i medici di medicina generale. Il rapporto fra caregiver e malato diventa spesso intimo andando ad interessare aspetti che riguardano il senso della vita e della morte. Spesso i caregiver accettano profonde limitazioni alla loro vita personale tentando di proteggere il malato e ciò avviene, soprattutto, nelle fasi avanzate della patologia: quando i sintomi comportamentali ( irrequietezza motoria, vagabondaggio, aggressività) si aggiungono al declino cognitivo.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)