A tutti coloro che hanno un reddito troppo alto per accedere ai sevizi sociali, ma un reddito troppo basso per assumere un’assistente familiare a tempo pieno, Milano oggi propone la badante di condominio.
Assumendo un operatore domiciliare per poche ore settimanali, ci si imbatte in difficoltà di vario genere, che vanno dalla capacità di selezionare personale adeguatamente formato, alla difficoltà di offrire un incarico che sia sufficientemente interessante per l’operatore. L’impiego full time della cosiddetta badante è in qualche modo la condizione necessaria per avere una certa continuità di servizio: le operatrici infatti, solitamente proveniente da paesi stranieri e dunque lontane dalle loro famiglie, preferiscono spesso un impiego che assorba tutta la loro disponibilità oraria, rispetto a qualche ora di ingaggio settimanale.
A Milano, il 52,7% del totale delle famiglie residenti in città è rappresentato da nuclei composti da una sola persona, tra questi 100 mila sono anziani. Gli ultrasessantacinquenni sono 319.687, i “grandi anziani”, ovvero gli ultra ottantenni, sono 99.541, la maggior parte dei quali donne (66.481).
A fronte di 40.000 anziani non autosufficienti, sul territorio milanese si stima la presenza di circa 32.000 badanti, tra regolari e irregolari.
Per cercare di dare risposta ai bisogni di tutti coloro che necessitano di assistenza, il Comune di Milano aprirà nelle zone 5 e 8 i primi due uffici territoriali ai quali si potranno rivolgere i cittadini che hanno bisogno di assistenza domiciliare per un anziano, un bambino, un disabile o altro e che siano disposti a condividere il servizio con i propri vicini di casa o di quartiere. I mediatori del Comune provvederanno poi a fare un’analisi delle richieste per avviare una programmazione del servizio.
Il servizio, a seconda del reddito, sarà gratuito o fruibile a prezzi calmierati per coloro che ne faranno richiesta.Per questo progetto il Comune di Milano ha richiesto e ottenuto un finanziamento di 1 milione e 200 mila euro alla Fondazione Cariplo nell’ambito dei programmi per la coesione sociale.
L’iniziativa è di sicuro interesse, oltre a una diminuzione dei costi dell’assistenza, potrà favorire i legami sociali, aiutare a promuovere la socializzazione. Va comunque evidenziato che la figura della badante di condominio non può sostituirsi a quella della badante per come è stata fino ad oggi intesa: tutti coloro che hanno bisogno di un’assistenza continuativa, di una vigilanza costante, non potranno avvalersi di un servizio condiviso. Per queste persone occorre continuare a cercare soluzioni compatibili sia con il reddito, sia con la sostenibilità nel tempo delle fatiche connesse al lavoro di cura a carico dei familiari. (Sintesi redatta da: Anna Maria Melloni)