Se non si esclude il settore domestico dagli aumenti contributivi previsti dal decreto dignità per i rinnovi dei contratti a tempo determinato, le famiglie che si affidano alle cure di badanti, baby sitter e colf potrebbero dover spendere fino a 160 euro in più l'anno. Assindatcolf (l'Associazione nazionale deidatori di lavoro domestico, aderente Confedilizia e firmataria del contratto collettivo che regola il settore) , sottolinea la necessità di questa esclusione in una memoria depositata presso le commissioni Finanze e Lavoro che stanno esaminando il decreto. Il comma 2, art. 3 del decreto dignità prevede un aumento dello 0,5% 'in occasione di ciascun rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione'. Assidantcolf sottolinea che i datori di lavoro, in questi casi, sono donne che, a causa delle difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e lavoro e, per gli elevati costi delle prestazioni ( circa 16.000 euro l’anno), rinunciano a occupazione e carriera. Il lavoro domestico è inoltre un settore in cui, per le caratteristiche della prestazione effettuata, prevale l’uso del contratto a tempo indeterminato. Difficile quindi che si verifichino abusi nei contratti a tempo determinato.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)