La maggior parte delle persone impiegate nella “Gig economy” inglese, il 56%, sono donne che lavorano come badanti, collaboratrici domestiche o babysitter.
Un grido di allarme che arriva da 'Nef', think tank che promuove la ricchezza radicata nell’uguaglianza, e ora si sta occupando del settore della Gig economy al femminile.
Col fatto che sono lavori che vengono svolti a domicilio sono esposti ad un rischio maggiore di sfruttamento. Non solo a livello di orario, spesso dilatato senza retribuzione, ma anche a livello morale e fisici, poiché sono numerosi gli abusi. Per questo il Nef organizzerà a breve dei gruppi di discussione con le dipendenti provenienti da alcune di queste piattaforme.
Questo per aiutarle ad uscire dall'isolamento in cui si trovano, per dar loro la possibilità di conoscersi.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)