Il settore domestico – che nel 2022 ha registrato un calo del 7,9% degli occupati regolari a quota 894.299 – è afflitto da un endemico tasso di irregolarità. Addirittura del 51,8% (in totale si stimano 1,8 milioni di lavoratori tra regolari e no) contro una media italiana di tutti i comparti produttivi dell’11,3%.
L’obiettivo del Governo, fissato nel Piano nazionale per il contrasto al lavoro sommerso, è di abbattere di almeno 2 punti il tasso generale di irregolarità e agire in maniera significativa anche solo sul lavoro domestico permetterebbe di raggiungere ampiamente il traguardo.
Di qui l’ipotesi contenuta nell’azione numero 9 del Piano, che il Governo deve trasformare in decreti attuativi entro marzo per rispettare le scadenze fissare dal Pnrr. L'idea è quell di un esonero contributivo fino a 3mila euro l’anno legato a nuove assunzioni a tempo indeterminato o trasformazione da tempo determinato a contratti fissi di badanti (escluse invece le colf).
L’esonero sarebbe limitato agli ultra 65enni – anche se si sta ragionando se ricomprendere i giovani affetti da disabilità che assumono assistenti – e sono state previste tre fasce di durata: 12, 24 o 36 mesi. Condizione necessaria sarebbe ovviamente il proseguimento per un certo periodo da stabilire del rapporto di lavoro, così da evitare truffe o scelte opportunistiche.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)