La generazione Alpha (3-10 anni), nata non solo digitale ma 'mobile born' come si dice per indicarne la duttilità smart ha dimostrato in questa epidemia di essere estremamente fluida e adattabile alle circostanze. Non ha deluso mostrando la capacità di elaborare la nuova situazione in tempi brevi, modificando comportamenti e stili di vita con facilità. Tutto ciò emerge dal report di Tips Ricerche commissionato dai canali del gruppo De Agostini Editore, DeAKids e DeAJunior.
Anche la loro quotidianità è stata stravolta: il nucleo familiare si è ristretto e le loro abitudini sono cambiate radicalmente. L'indagine ha stimato che il 39% dei bambini ha risposto con spirito ottimista a questi stravolgimenti esprimendo sin da subito un comportamento di accettazione delle regole, proponendo uno spirito ottimista e attento.
I bambini hanno dato prova effettiva di reale resilienza, accogliendo con naturalezza una situazione di isolamento preventivo con una finalità altruistica: salvaguardare le categorie più deboli come quelle degli anziani. Nonostante le inquietudini associate alle preoccupazioni per la salute dei propri cari (“rimango a casa altrimenti è pericoloso per la mia nonna che potrebbe ammalarsi”) i bambini hanno mostrato un atteggiamento maturo. In 3 casi su 10 (il 31%) hanno richiesto sostegno all’interno della famiglia, ma quasi tutti (91% del campione) hanno dimostrato la capacità di reinventarsi mostrando una elevata duttilità e flessibilità.
Questa generazione ha espresso un vissuto positivo (58%), mentre i valori negativi sono risultati molto bassi (circa il 32%). Tuttavia sono emerse dall'indagine una certa difficoltà a concentrarsi (14%), e/o nel bisogno di essere rassicurati e coccolati dai genitori (25%); solo una piccola parte del target, trasversale per età e provenienza geografica, ha manifestato invece problematiche più serie relative alla difficoltà ad addormentarsi e/o a mangiare (nel 4% dei casi rispettivamente).
Interessante il capitolo dedicato al rapporto con i nonni. Le videochiamate hanno consentito di far emergere una ricchezza emozionale di cui i bambini erano stati privati (“ci colleghiamo con la nonna e le facciamo vedere come abbiamo apparecchiato la tavola oppure le facciamo vedere le cose che abbiamo cucinato”).
Nonostante il distanziamento i bambini hanno vissuto questa fase come un momento di coesione familiare esprimendo un grande senso di responsabilità e cercando di condividere con i loro nonni la giornata con un atteggiamento di cura e protezione nei loro confronti.
In questa situazione ci sono nonni che “raccontano le barzellette al telefono”, “nonni che guardano i balletti dei nipoti”, “nonni che aiutano i bambini a fare i compiti via Skype”.
Le piattaforme che permettono videochat hanno registrato dunque un forte utilizzo in tutto il campione (78% dei casi presso il target 3-5 anni e 89% dei casi presso il target 6-10). Più utilizzato WhatsApp (76%), seguito da Skype (45%), Zoom (23%), Google Meet (22%).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)