Sostenere l’invecchiamento attivo, le politiche abitative e i servizi alla persona che consentano la permanenza a casa degli anziani, anche non autosufficienti. È lo scopo dello Spi Cgil e dell’Auser che a Potenza hanno presentato la ricerca nazionale “Il diritto di invecchiare a casa propria – problemi e prospettive della domiciliarità”, un quadro di riferimento generale sul tema specifico della “domiciliarità”, vista dalla grande maggioranza delle persone anziane come la scelta più naturale al punto da considerarla una sorta di “diritto irrinunciabile”.
Partendo da un’analisi dei dati disponibili la pubblicazione affronta il tema della “domiciliarità” costruendo una visione futura sulla long term care. La ricerca prende in considerazione il ruolo della famiglia, le diseguaglianze di reddito, le condizioni abitative e gli standard urbanistici.
In Basilicata il tema della domiciliarità in inserisce in quadro demografico preoccupante. La popolazione regionale tra il 2011 e il 2017 è diminuita dell’1,3%, con una popolazione anziana regionale cresciuta del 7,5%. A fronte di un numero di anziani con limitazioni funzionali che cresce del 3,2%, il numero di indennità di accompagnamento riconosciute cresce solo dello 0,3%.
Chi si prende cura degli anziani lucani? La ricerca dimostra che tra il 2011 e il 2017 si riduce il numero delle colf (-12,3%) e cresce quello delle badanti (+11,7%) soprattutto donne di nazionalità non italiana. Se dovesse confermarsi questo trend nel tempo, nel 2065 l’indice di capacità di rinnovo dei cargiver familiari si ridurrà della metà, passando dall’attuale 1,4 allo 0,7. In questo contesto è di 47 euro la spesa pro capite dei Comuni per interventi e servizi sociali per anziani mentre sono 17,5 i posti letto per mille anziani residenti in regione nei presidi socio sanitari e socio assistenziali, occupati per il 66,7% da donne, di cui il 68,2% non autosufficienti.
La situazione è drammatica per gli anziani che vivono nelle proprie abitazioni: in Basilicata sono 26.828 le abitazioni con anziani soli spesso senza ascensore, per non parlare delle cattive condizioni stradali (35%), la difficoltà di parcheggio (13,5%), la scarsa illuminazione stradale (11,4%), le difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (11,2%).
(Fonte: tratto dall'articolo)