Si tratta del New Delhi metallo beta-lattamasi, batterio isolato per la prima volta nel 2009 in un paziente svedese tornato da poco tempo dall’India (ecco il perché del nome). L’aspetto che più preoccupa è appunto l’alta resistenza sviluppata agli antibiotici, soprattutto in relazione a quei pazienti ospedalieri particolarmente fragili, come anziani, immunodepressi o persone con malattie pregresse. Le persone in condizioni di salute “normali” che entrano a contatto con il batterio New Delhi possono convivere con il batterio che vive nella flora intestinale e che, nella maggior parte dei casi, non risulta pericoloso. L’area maggiormente interessata dalla diffusione del batterio, alla luce dei dati in possesso dell’ASL, si riscontrano nella zona Toscana Nord ovest (64 casi accertati di infezione dal 2018 ad oggi), nello specifico nella provincia di Massa, Livorno e Pisa. Secondo l'assessore regionale alla Salute Stefania Saccardi "sono state messe in atto le misure necessarie per conoscere meglio il fenomeno ma soprattutto ridurne l’estensione”.
(Fonte: tratto dall'articolo)