Begoña è una signora ultrasessantenne che vive in Spagna in un piccolo villaggio dei Paesi Baschi. In poco tempo è passata dal desiderio di scomparire a dire al mondo “Ti voglio bene”; improvvisamente, dopo anni di solitudine, senza avere più neanche la voglia di coprire i 200 metri che la separavano dalla spiaggia de La Concha, ha deciso che era giunto il momento di chiedere aiuto e si è rivolta ad una ONG, AdinKide .
Così ha conosciuto Pedro, uno dei tanti volontari dell’Organizzazione, e con lui ha iniziato un rapporto su Skype; le visite programmate di Pedro tutti giovedì e le serate passate insieme a parlare le hanno ridato sicurezza e ha così iniziato ad uscire per fare la spesa (che prima ordinava su internet o per telefono).
Pedro è quasi uno psicologo per lei “Mi è costato molto chiedere aiuto, - dice Begoña – ma ora non sono pentita perché vedo la vita in un altro modo… mi è tornata la voglia di uscire per strada, prima prendevo per scusa qualsiasi cosa (la pioggia, il vento...) per restare chiusa in casa”. La sua storia dimostra che qualcosa di così banale, come una conversazione, è sufficiente per combattere la solitudine, afferma Leire Garcia, responsabile dell’Organizzazione.
“Alla gente costa molto chiedere aiuto, chi vive solo teme il giudizio altrui, il fatto che gli altri possano pensare che la famiglia e i vicini lo hanno abbandonato. Bisogna abbattere questa barriera di isolamento” continua. Bisogna fare come Begoña, che è passata dal non usare mai il telefono, a mandare un messaggio a Pedro quasi tutti i giorni, iniziando anche – per essere più social - ad usare Twitter. “Vederla sorridere non ha prezzo”, dice ora Pedro.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)