Giorgio Pavan, direttore di Israa di Treviso, ha illustrato il progetto Interreg Ecare, che coinvolgerà Sersa, l’Istituto per servizi di ricovero e assistenza agli anziani di Belluno.
«È un progetto di assistenza domiciliare 2.0. – spiega il direttore di Israa,– I fondi per la sanità non basteranno più a coprire le esigenze future legate all’invecchiamento, quindi è necessario intervenire per tempo e lo facciamo con metodi innovativi». Un’ottantina le persone over 65 coinvolte da Ecare, che saranno dotate di uno speciale tablet e uno smartwatch, dotazione tecnologica che consentirà di intervenire sull’isolamento sociale degli anziani. I dati europei dicono che il 30% degli over 75 vive solo e che il 12% di loro non ha contatti con nessuna persona durante la settimana. Ecare prevede interventi personalizzati sull’alimentazione, l’attività fisica e la stimolazione cognitiva delle persone assistite; la creazione e rafforzamento della rete dei«caregiver» (parenti, amici, vicini di casa eccetera); la formazione all’utilizzo dei dispositivi tecnologici. I tablet, grazie ad app dedicate, potranno consentire videochiamate ai parenti o agli assistenti, oltre alla gestione di alcuni servizi essenziali. Gli smartwatch, tra le tante funzioni, prevederanno «sveglie» per ricordare al paziente di assumere i medicinali, un gps per eventuali scomparse, un accelerometro in grado di segnalare cadute e allarmare quindi medici e familiari.
Il progetto Interreg Ecare partirà il primo gennaio 2018 e coinvolgerà Sersa , l’Istituto per servizi di ricovero e assistenza agli anziani di Belluno, (Israa, capofila dell’iniziativa) di Treviso, l’Asp Umberto I di Pordenone e l’Università di Klagenfurt, in Carinzia. Il progetto si concluderà il 31 agosto 2020 e prevede per i quattro partner un finanziamento complessivo di circa 800mila euro, tra fondi europei, contributo nazionale e risorse proprie.
(Sintesi redatta da: Zanetti Silvio)