Christian Lunetta, specialista in Neurologia e direttore del Dipartimento di Medicina riabilitativa presso gli istituti clinici scientifici Maugeri, ribadisce l’importanza di uno stile di vita adeguato per conseguire una longevità in salute. Negli ultimi anni, sostiene, emerge che la componente genetica incide sulla longevità solo in parte, per una quota pari al 40%, il restante 60% è legato a fattori esterni e controllabili.
Anche il malato cronico, con patologie polmonari o cardiovascolari può incidere sulla propria longevità intervenendo sulle comorbilità che impattano sul benessere generale. Il mantenimento del benessere psicofisico nell’anziano assume un significato ancora più profondo in un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione: secondo le stime di Epicentro – Istituto superiore di sanità, entro il 2050 la percentuale di anziani raddoppierà, passando dall’11% al 22% del totale.
In Italia questa tendenza è molto marcata: entro la metà del secolo gli over 65 saranno il 35,9%. Dall’altro lato, l’impegno per la longevità dovrebbe iniziare già durante la fase della vita in cui si sviluppano e si consolidano le abitudini. Insomma spetta ai genitori e agli educatori di trasmettere ai giovani l’importanza di adottare comportamenti utili per il loro benessere in modo che le scelte sane diventino spontanee in età adulta e siano poi mantenute col passare degli anni.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)