Il Comitato nazionale di bioetica apre alla legalizzazione del suicidio assistito, anche se distinto dall’eutanasia. Nel documento finale il comitato richiede comunque l’impegno a fornire cure adeguate ai malati inguaribili in condizione di sofferenza; che sia documentata all’interno del rapporto di cura un’adeguata informazione data al paziente in merito alle possibilità di cure e palliazione; si considera indispensabile ogni sforzo per implementare l’informazione ai cittadini e ai professionisti della sanità delle disposizioni normative sul l’accesso alle cure palliative. Il Comitato spera che venga promossa un’ampia partecipazione dei cittadini alla discussione sul tema e «che vengano promosse la ricerca scientifica biomedica e psicosociale e la formazione bioetica degli operatori sanitari in questo campo». Si sottolinea inoltre la fondamentale differenza tra eutanasia, atto per anticipare la morte su richiesta per togliere la sofferenza, inquadrabile nell’omicidio del consenziente e il suicidio assistito, dove è l'interessato che compie l’ultimo atto per provocare la sua morte, con la determinante collaborazione di un terzo.