Bastano solo due millilitri di sangue, l’equivalente di mezzo cucchiaino da caffè, per poter confermare (o smentire) la presenza di un cancro al colon-retto già nelle primissime fasi del suo sviluppo, quando si può intervenire con maggiore successo per salvare la vita al paziente. È un risultato importantissimo, perché lo screening precoce consente di procedere tempestivamente contro questo tumore, il terzo per incidenza e mortalità nel mondo occidentale (in Italia sono centomila le persone colpite ogni anno, di ambo i sessi, prevalentemente over 60). È in estrema sintesi la procedura della biopsia liquida. Da un normale prelievo infatti si ricercano nel sangue le cellule tumorali circolanti (CTC) che indicano appunto se c’è una neoplasia nel corpo, magari ancora molto piccola e quindi non ancora rilevabile mediante la diagnostica per immagini. Adesso, grazie a uno studio condotto da ricercatori del Chan Gung Memorial Hospital di Taipei, Taiwan, è stato messo a punto un test del sangue in grado di riconoscere nel flusso sanguigno la presenza di cellule tumorali prodotte dal cancro del colo-retto con un’accuratezza del 90%.
(Fonte: tratto dall'articolo)