Da un indagine della Vidas (associazione di assistenza gratuita ai malati terminali) e svolta da Focus Mgmt risulta che a un anno dall’approvazione della legge sul biotestamento la Dat (la disposizione anticipata di trattamento) è ancora poco conosciuta. Il 54% delle persone ne ha sentito solo parlare e il 18% non ne sa nulla, solo il 28% la conosce bene. In molti casi inoltre il testamento biologico è equiparato all’eutanasia. La legge permette di mettere a punto e registrare il Dat, la dichiarazione anticipata di trattamento, registrando le decisioni relative alle terapie e ai trattamenti sanitari cui ci si vuole (o non ci si vuole) sottoporre se non si fosse più in grado di esprimere le proprie scelte. Si può anche indicare un fiduciario, cioè una persona che rappresenti il titolare del biotestamento nelle relazione con il medico e con le strutture sanitarie. I Comuni non hanno, tranne rari casi attuato politiche informative sui Dat.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)