Vaccinazione antinfluenzale in caduta libera negli ultimi anni. Il calo è iniziato dopo il 2009, quando l’allarme per la pandemia influenzale in arrivo si era rivelato eccessivo rispetto alla scarsa severità con cui l’influenza si era poi in realtà presentata. Questo episodio ha avuto un effetto negativo sulla percezione da parte dell’opinione pubblica dell’importanza delle campagne di vaccinazione. «Siamo tornati a livelli di copertura vaccinale di 15 anni fa, a quelli che avevamo alla fine degli anni ’90, inizio anni 2000 – conferma Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità - . Oggi si vaccina meno del 15% della popolazione e, cosa più importante, gli anziani sono scesi sotto il 50%». La situazione preoccupa gli esperti in quanto la popolazione anziana è quella che trae maggior beneficio dalla vaccinazione, essendo la più suscettibile alle complicazioni. «Più elevata è l’età e maggiore è la probabilità di andare incontro a complicanze perché il sistema immunitario è meno efficiente e perché è più probabile che questi pazienti abbiano delle malattie croniche, come malattie cardiovascolari, diabete e così via, tutte condizioni che facilitano l’attacco microbico e la sua aggressività. Il vaccino - aggiunge il dott. Rezza - non dà l’immortalità e poi c’è un secondo aspetto da considerare: la definizione di evento avverso. Qualsiasi cosa succede dopo la vaccinazione viene classificata come evento avverso, per cui, per esempio, se mi vaccino e poi ho un incidente stradale anche questo è considerato un effetto collaterale». Gli esperti sperano in un’inversione di tendenza della curva. Ma bisogna far presto: gli ultimi dati della rilevazione Influnet, aggiornati al 15 novembre, mostrano un progressivo aumento dei casi che hanno superato quota 193.000. Ancora non siamo nella fase epidemica, ma il picco del contagio è atteso tra dicembre e gennaio ed è quindi importante proteggersi per tempo con la vaccinazione.
(Fonte: tratto dall'articolo)