Le statistiche, le proiezioni e i dati economici descrivono l’invecchiamento della popolazione come un fenomeno preoccupante che però fa parte della modernità e con cui bisogna imparare a convivere.
Mai l’espressione “Vecchio Continente” è stata più vera. L’Europa è oggi la regione con la popolazione più vecchia al mondo con una età media di 12 anni superiore rispetto al resto del mondo ( 43 anni). L’invecchiamento è un fenomeno inarrestabile, che va avanti da decenni e, secondo gli esperti, sta per subire un’accelerazione pericolosa. Già dal prossimo anno le Nazioni Unite prevedono che la popolazione europea inizierà a contrarsi.
Ciò si tradurrà in una caduta della crescita. L’economista del Fondo Monetario Philip Engler, prendendo a base i dati del 2010, ha calcolato che, entro il 2050, i cambiamenti demografici faranno contrarre il reddito pro capite in Francia, Spagna, Italia e Germania dai 6.548 ai 4.759 euro. Nello stesso periodo, la spesa sanitaria per gli anziani e per le pensioni salirà.
L'Italia detiene il record dell'invecchiamento. Negli ultimi dieci anni anche il tasso di natalità è letteralmente crollato: siamo a 1,32 figli per donna, significativamente inferiore al 2,1 che è il livello minimo di cui un Paese ha bisogno per mantenere la sua popolazione. Per l’Istat, nel 2019, l’Italia ha registrato il numero più basso di nascite dall'unificazione (1861) e la popolazione attiva italiana si sta riducendo rapidamente con solo 440.000 bambini nati e meno della metà dei decessi. Quasi il 23% degli italiani ha ora più di 65 anni. Persino il Financial Times ha lanciato un allarme nei giorni scorsi ( Italy’s collapsing birth rate rings demographic alarm bells).
Per gli esperti e le organizzazioni internazionali come l’Onu, il problema della bassa natalità in Italia è legato al pessimo andamento dell’economia, alla mancanza di infrastrutture per la cura dei figli e all’alto debito pubblico. Ma questi soli fattori non spiegano un tale tasso di contrazione delle nascite. Qualcuno attribuisce tutto ciò anche ad un atteggiamento culturale per cui il figlio non è più un investimento sul futuro e, d'altro canto, i genitori sentono, oggi, una maggiore responsabilità.
Statistiche, proiezioni e dati economici non bastano a spiegare fattori culturali molto più complessi sui quali bisognerebbe iniziare ad intervenire se non vogliamo peggiorare la nostra situazione futura.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)