Una nuova terapia non chirurgica potrebbe aiutare a sconfiggere il cancro alla prostata nei pazienti “a basso rischio”, ossia affetti da una forma di tumore poco aggressiva e di dimensioni ridotte. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology dagli scienziati dell’University College di Londra (Regno Unito), secondo cui il trattamento sarebbe in grado di eliminare le cellule tumorali senza danneggiare i tessuti sani. Attualmente il trattamento consigliato agli uomini affetti da cancro alla prostata a basso rischio è la “sorveglianza attiva”, che prevede il monitoraggio della malattia attraverso esami specifici e controlli periodici. La terapia radicale, che comporta la rimozione chirurgica o la radioterapia, viene effettuata solo se la patologia si aggrava. Il ricorso a questi trattamenti è previsto solo per i tumori ad alto rischio, perché comporta significativi effetti collaterali a lungo termine, come incontinenza e problemi di erezione.
(Fonte: tratto dall'articolo)