Uno studio italiano, firmato dagli scienziati dell’Università Cattolica, campus di Roma, e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata ha individuato il meccanismo che favorisce lo sviluppo del tumore alla prostata e che, se disinnescato, consente di arrestarne la crescita. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Structural & Molecular Biology, è stato coordinato da Claudio Sette, ordinario di Anatomia Umana alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, ed ha acceso una nuova luce nella ricerca contro il cancro alla prostata, una scoperta che interessa migliaia di pazienti e che potrebbe cambiare loro la vita.
Il processo svelato dal gruppo di ricercatori vede implicate due molecole, chiamate Sam68 e XRN2, che favoriscono la proliferazione delle cellule della prostata dis-regolando alcune molecole chiave, gli Rna messaggeri (molecole che contengono il codice genetico per la sintesi delle proteine, le stesse divenute famose perché alla base dei vaccini anti-Covid) favorendo così la proliferazione delle cellule prostatiche. Gli esperti hanno scoperto nel dettaglio come avviene questa dis-regolazione degli Rna messaggeri: Sam68 e XRN2 si posano sugli Rna messaggeri e così facendo favoriscono la produzione di Rna più corti e più efficienti che causano la proliferazione del tumore.
“Era già noto che i tumori in generale, e in particolare quello della prostata, presentano degli Rna messaggeri con regioni regolatorie più corte, e che questa caratteristica è associata al potenziale proliferativo delle cellule tumorali - spiega Sette -. Il nostro lavoro descrive un meccanismo molecolare che promuove questo accorciamento degli Rna messaggeri nel tumore della prostata. Poiché è già in uso clinico contro alcune malattie una classe di farmaci detti oligonucleotidi antisenso ipotizziamo che lo sviluppo di specifici oligonucleotidi anti-senso possa disinnescare questo meccanismo molecolare”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)