Il caregiver familiare potrebbe uscire dalla sua “invisibilità”, ricevendo anche in Italia quel riconoscimento giuridico che in gran parte dei paesi europei ha già ottenuto da tempo.
Lo dimostrano almeno alcune iniziative recenti, che hanno visto il mondo della politica incontrare quello dell'associazionismo e dei familiari, mettendo all'ordine del giorno proprio la questione del “riconoscimento”.
Un percorso iniziato con l'approvazione al Senato di un ordine del giorno che “impegna il governo a valutare l'opportunità di adottare disegni di legge recanti norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare".
Segno che il tema sta iniziando a toccare le corde della politica, uscendo dalla sfera privata e familiare in cui finora era stato relegato. La proposta è quella di aiutare il caregiver familiare di affrontare al meglio le difficoltà o urgenze, e di svolgere le normali attività di assistenza e di cura in maniera appropriata, senza rischi per l’assistito e per se stessa”.
La proposta prevede anche “flessibilità e permessi lavorativi” per i caregiver familiari, come pure formazione e informazione rivolta agli stessi caregiver, insieme a “supporto psicologico”, “soluzioni condivise nelle situazioni di emergenza personale o assistenziale segnalate dal caregiver familiare” e il “supporto di reti solidali” e gruppi di auto mutuo aiuto.
Dal punto di vista economico, si propone “una detrazione fiscale o un credito d’imposta relativamente al 50 per cento delle spese sostenute dal caregiver familiare per la sua attività di cura e di assistenza, fino a un importo massimo di 1.000 euro annui”.
(Fonte: tratto dall'articolo)