Il testo unificato presentato al Senato sui caregiver non piace alle associazioni maggiormente interessate. Dopo 20 anni di attesa ci si è limitati al riconoscimento del lavoro che viene fatto nel quotidiano e si demanda il lavoro alle Regioni, che per ora possono offrire come supporto eventuali corsi di formazione e di sostegno psicologico, di cui i caregiver non hanno bisogno. E’ mancato nel testo, ribadiscono le associazioni dei disabili, un sistema di servizi per permettere loro di curarsi in caso di malattia e di avere tutele previdenziali anche se si è dovuto lasciare il lavoro per occuparsi dei malati. Anfass (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale) chiede di avere per i caregiver le stesse tutele riconosciute ai lavoratori su malattia e infortuni, nonché la possibilità di essere riconosciuto assistente personale dal disabile. In questo modo il lavoro andrebbe valorizzato, smettendo di essere un obbligo. In pratica permettere a chi assiste un disabile di “scegliere” di essere caregiver, con risposte previdenziali e sgravi fiscali.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)