“Andare per ordine. E l’ordine è quello dettato dalla priorità vaccinale riconosciuta ad anziani, soggetti fragili, e alcune categorie professionali particolarmente esposte”. E' quanto ha dichiarato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, in audizione alla Camera, mentre riferiva in merito all'utilizzo delle dosi di vaccino anti Covid avanzate a fine giornata. In questo contesto, ha fatto riferimento anche ai caregiver: “Bisogna arrivare a un protocollo per l’individuazione chiara di queste persone”. Il collegamento, forse, è al caso di Andrea Scanzi, il giornalista contestato per aver chiesto e ottenuto il vaccino AstraZeneca in quanto “caregiver” di familiari fragili. Nel giustificarsi, Scanzi ha infatti spiegato di averlo richiesto però solo come “panchinaro”, cioè nel caso in cui una dose a fine giornata non fosse stata utilizzata e avesse rischiato di essere buttata.La dichiarazione di Curcio solleva però a sua volta qualche protesta. L’individuazione dei caregiver per molti, non sarebbe necessaria se da sempre ci si fosse interessati e preoccupati dei disabili e delle loro famiglie, se lo Stato avesse seguito l’articolo 3 della Costituzione senza dimenticarsi di una bella fetta di popolazione. I caregiver, che sono gli ammortizzatori sociali, factotum senza tutele, di una persona disabile dovrebbero essere noti alle amministrazioni anche solo quantificando i disabili che ogni municipio e ogni comune conosce per numero e gravità. Il problema, temono le associazioni, è che, poiché i disabili e le loro famiglie non sono una categoria con un potere contrattuale o d’interesse generale, vengono vissuti come appendici fastidiose, anche vagamente parassitarie della società, nessuno se ne cura. Da più parti ci si domanda se la disposizione della regione Lazio in cui si afferma il diritto per la figura del caregiver di seguire il disabile che assiste in caso di ricovero per covid e non solo è il frutto di lotte, richieste e suppliche da parte di associazioni.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)