Accogliendo il ricorso presentato nel 2017 dallo Studio Saccucci & partners, su iniziativa e con il supporto di Confad (Coordinamento Nazionale famiglie con disabilità), l'Onu ha condannato l'Italia per il mancato riconoscimento della figura del caregiver familiare e le conseguenti assenza di tutele e violazione di diritti. Nel ricorso si denunciava il vuoto legislativo che di fatto impedisce al caregiver familiare, nel nostro Paese, di essere riconosciuto e sostenuto.
La decisione di accoglimento del ricorso ha accertato la violazione da parte dell’Italia degli obblighi internazionali, assunti con la ratifica della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006 - ha spiegato Confad -. Una ratifica che avrebbe dovuto segnare un importante traguardo per il Paese intero. Nel nostro sistema welfare, invece, ha proseguito Confad, il legislatore ha sempre ignorato l’importanza e il valore intrinseco per l’intera società dei caregiver familiari, che si dedicano h24 alla cura e all’assistenza dei propri congiunti non autosufficienti, costantemente esposti a un elevato rischio di esaurimento fisico e psicologico. Ora l'Italia è tenuta a dare un riscontro scritto entro 6 mesi.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)