Dal 20 dicembre scorso, l'associazione “Genitori tosti in tutti i posti”, ha raccolto i dati di un questionario on line compilato da caregiver in ogni area del Paese, in grandi città (Roma, Milano) ma anche in piccoli centri sia a Nord che a Sud del Paese.
Al 23 gennaio 2020 sono giunti 1461 questionari contenenti 19 domande dirette sia a identificare la figura del caregiver familiare, sia a raccogliere le opinioni sui suoi bisogni più pressanti da mettere in evidenza nelle fasi di discussione parlamentare della legge sui caregiver.
La rapidità con cui sono arrivate le risposte e il fatto che la maggior parte del campione intervistato (65,5%) non appartiene ad alcuna organizzazione rappresentativa, fa emergere, agli occhi dei ricercatori, l'enorme bisogno di visibilità di questo gruppo di popolazione.
Questi i primi risultati diffusi dai ricercatori. L'89,7% delle risposte arriva da donne a conferma del loro prevalente impegno in questo settore. L'età di chi ha risposto va dai 36 e i 50 anni (53,2%), quasi 3 su 10 (il 27%) ha tra i 50 e i 60 anni, circa il 10% tra i 19 e i 35. Oltre il 70% (71,4%) delle risposte proviene da figli e figlie che si prendono cura di genitori, mentre il 17,6% arriva da genitori che assistono figli con disabilità.
Quanto alla durata media di questo impegno, dai dati emerge che è in atto da 6-10 anni nel 28,8% dei casi. In 1 caso su 4 non supera i 5 anni; poco più del 17% è caregiver da 11-15 anni, ma c'è anche l'11,7% che assiste un familiare da 16-20 anni. Impressionante il numero di caregiver di "lunga data" (oltre 20 anni) che supera il 30% delle risposte.
Fare il caregiver taglia fuori dal mondo del lavoro; lo conferma il 60% dei caregiver familiari che hanno risposto di non essere occupati; di questi, il 69,3% dichiara di aver dovuto lasciare il lavoro per assistere il proprio familiare. Circa 1 su 4 (il 23%) non ha mai potuto lavorare e solo il 7,6% è in pensione. Il 32,9% dei caregiver familiari dichiara di non ricevere alcun aiuto e di essere l'unico a prestare assistenza al proprio familiare, mentre il 30,2% viene aiutato da altri familiari.
Quanto al tipo di aiuto richiesto, al primo posto troviamo “gli aiuti per la vita indipendente” (58,5%), seguiti da aiuti educativi (47,8%), sostegno psicologico (42,9%) e aiuti per le faccende domestiche (41,8%).
In questa fase in cui il Parlamento mette mano alla legge che dovrebbe finalmente garantire diritti e tutele dei caregiver, l'associazione invita ancora tutti gli interessati a compilare il questionario on line sul sito www.genitoritosti.it.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)