Il Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) in previsione dell’esame da parte del Senato del testo unificato n.1461 (vedi testo del DDL in allegato) recante le “Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”, torna ad esprimere le proprie preoccupazioni chiedendo una legge che contenga, finalmente, le tutele negate da sempre ai caregiver familiari ed assicuri agli stessi una vita dignitosa. Il Confad, ribadendo che l’attività del caregiver familiare è estremamente usurante e non ha caratteristiche di volontariato e gratuità dal momento che solo le circostanze della vita “obbligano” il caregiver a fare una scelta d’amore nei confronti del familiare disabile, presenta una piattaforma basata su alcuni punti fondamentali.
Il primo è che si riconosca ai caregiver la copertura dei contributi figurativi previsti per la figura professionale di OSS (operatore socio-sanitario) riferiti al periodo di accudimento svolto. Dev’essere, pertanto, riconosciuto ai caregiver il diritto di accedere al prepensionamento anticipato e senza penalizzazioni, proporzionalmente agli anni di cura prestati al familiare, al raggiungimento dei 35 anni di contributi, sommando ai contributi del lavoro principale quelli figurativi versati dallo Stato per l’attività di caregiver familiare.
È inoltre necessario prevedere un contributo economico pari alla retribuzione della figura professionale di OSS per il periodo di accudimento svolto, per i caregiver familiari più esposti al rischio d’impoverimento che accudiscono un parente con disabilità e non autosufficiente in condizioni di particolare gravità.
Inoltre bisogna garantire ai caregiver percorsi preferenziali di accesso alle prestazioni sanitarie: il caregiver familiare dev’essere dotato di un’apposita tessera di riconoscimento per il superamento delle lunghe liste di attesa che normalmente rallentano l’accesso al Sistema Sanitario Nazionale.
Fondamentale per il benessere psico/fisico è poi predisporre interventi di sollievo atti a garantire il diritto al riposo ed alla cura (malattia, visite mediche) del caregiver familiare.
Infine lo Stato deve impegnarsi a favorire l’inclusione lavorativa dei caregiver familiari che assistono persone con disabilità incentivando per loro l’accesso altelelavoro ed al lavoro agile.
Questi provvedimenti, conclude il Confad devono essere presi senza che le risorse da stanziare per i caregiver familiari determinino alcuna riduzione delle risorse già stanziate per le persone con disabilità: si tratta, infatti, di due categorie con diritti, necessità e bisogni distinti che vanno tutelate ciascuna con risorse economiche previste ad hoc.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)