Il comma 5 dell'articolo 11 del nuovo Dpcm, per la prima volta riconosce al caregiver la possibilità di prestare assistenza in ospedale alla persona con disabilità. “È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto”, si legge nel testo, che però introduce una importante “eccezione per gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, che possono altresì prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura”.
Il governo così interviene considerando il prezioso ruolo del caregiver che assicura alla persona con disabilità assistenza e sostegno, nel quadro di un rapporto di reciproca conoscenza, confidenza ed affidamento unico ed insostituibile. Prudenti le associazioni dei caregiver, che da un lato accolgono con soddisfazione la notizia: “La pandemia e l’emergenza sanitaria hanno fatto emergere ancora una volta il bisogno e la necessità di dare risposte alle esigenze di salute delle persone con gravi disabilità" – commentano Oltre lo sguardo, Hermes, Sorelle di cuore, Nuove frontiere e I guerrieri Spqr onlus in una nota congiunta -. Il nuovo Dpcm, dopo quasi un anno di richieste da parte di associazioni, organizzazioni per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e dei caregiver presenti su tutto il territorio nazionale, prevede questa possibilità”.
Dall'altra sono però “molto preoccupate”, le stesse associazioni, “per il linguaggio utilizzato: si parla infatti di 'accompagnatori' e non di caregiver in senso ampio – osservano - Questo ci fa pensare che il ruolo dei caregiver non verrà mai riconosciuto”. Infine, le associazioni chiedono al presidente del Consiglio, a tutti i ministri e alle forze politiche di “convertire in legge l'articolo 11, Comma 5, attraverso un decreto legge, affinché tale norma risulti senza limite temporale e possa rispondere definitivamente al diritto alla salute delle persone con disabilità grave.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)