Non ce ne vogliate, cari padri, madri, nonni, zii se in questi giorni, verremo a trovarvi di meno. Soprattutto noi figli e nipoti giramondo, che per lavoro e diletto siamo costantemente a contatto con persone dalla provenienza più varia, vorremmo farvi sentire che vi vogliamo bene. E, proprio per questo vi terremo lontani i bambini, vi strizzeremo l’occhio invece che abbracciarvi, limiteremo al massimo le visite.
I dati del Chinese Centre for Disease Control and Prevention hanno riscontrato che il tasso di mortalità cresce dallo 0,2% tra 10 e 39 anni al 14,8% sopra gli 80. Lo stiamo sperimentando in Italia dove i decessi sono soprattutto tra le persone anziane con patologie preesistenti. Non spaventatevi però e non sentitevi soli. Tutta l’Italia è mobilitata per arginare il contagio e contenere il virus. E a voi, che siete la parte di popolazione più esposta, sono dedicate attenzioni particolari. Perché tutti, a partire da chi sta coordinando l’emergenza, sanno bene che il nostro Paese è più anziano degli altri e non riuscire ad arginare l’ epidemia potrebbe rivelarsi, per l’ Italia, un problema più grave che per altre nazioni.
In Europa siamo al primo posto, con i nostri circa 4 milioni di ultraottantenni, per popolazione anziana. E i dati Istat fotografano una situazione in cui già a partire dai 65 anni registriamo, nel nostro Paese, le prime fragilità.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)