Carlo Vergani, geriatra, uno dei maggiori esperti di problemi legati ai processi biologici dell’invecchiamento, nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere, ha fatto il punto sui diversi aspetti e sui problemi legati all'inalzamento dell'aspettativa di vita. Da un lato ci sono persone per cui  la parola «anziano» suona quasi offensiva, persone in buona salute che  possono mostrare competenze, esperienze, intuizioni, affettività: un anziano nuovo, inedito, che respinge la rottamazione, si impegna nel volontariato e non vuole essere una risorsa inutilizzata. Dall'altro c'è chi non vive ma sopravvive tra ricoveri, ospedali, case di cura, solitudini e abbandoni: un invecchiamento triste, faticoso, drammatico che accusa le distrazioni del welfare e dell’assistenza. Ma possiamo rallentare questo decadimento: le caratteristiche osservabili nell’organismo vivente che invecchia sono il risultato dell’azione dei geni e dell’ambiente. L’ambiente  però lo possiamo influenzare: l’esercizio fisico, la dieta, l’abitudine al fumo, l’aria che respiriamo, le sostanze chimiche, compresi i farmaci, a cui siamo esposti, sono fenomeni che possaimo controllare. «Dobbiamo prevenire o dilazionare -afferma Vergani- l’insorgenza delle malattie croniche, come le malattie cardiovascolari, l’insufficienza respiratoria, il diabete e i disturbi cognitivi con sane abitudini di vita da instaurare fin dall’infanzia».